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Cambia il Piano vaccinale: AstraZeneca alla fascia 60-79

Il Piano vaccinale italiano cambierà. Nella serata di ieri è arrivata l’ennesima batosta per la campagna vaccinale italiana. Il Ministro della Salute, Roberto Speranza, ha infatti reso noto che sarà emanata nelle prossime ore una nuova circolare. Al termine delle riunioni che hanno occupato l’intera giornata, la soluzione adottata dal Governo non sarà esente da critiche. Con la decisione di ieri, l’EMA (Agenzia dell’Unione europea per la valutazione dei medicinali) aveva assicurato che il rischio di trombosi legato alla somministrazione del vaccino AstraZeneca fosse del tutto limitato. Si parla di casi “molto rari”. Tuttavia l’Agenzia europea aveva rinviato agli Stati la definizione di ulteriori dettagli circa la somministrazione del vaccino anti-Covid-19.

Per approfondire la decisione dell’EMA leggi anche AstraZeneca e trombosi. EMA conferma rischio molto basso

Le dichiarazioni di Locatelli su nuovo Piano vaccinale

Franco Locatelli

Nel corso della conferenza stampa di ieri sera, Franco Locatelli (Comitato Tecnico Scientifico) ha spiegato come il Comitato dell’EMA abbia valutato “plausibile” il nesso di causalità tra la somministrazione del vaccino AstraZeneca e le trombosi. Non è chiarito, invece, il motivo per cui questi fenomeni si verifichino. Per quanto riguarda i numeri, questi gravi eventi sono stati superiori a quelli attesi fino all’età di 60 anni, ma inferiori a quelli attesi nei soggetti con più di 60 anni.

«L’EMA – chiarisce Locatelli – non ha evidenziato fattori di rischio legati al sesso o all’età». Tuttavia la maggior parte dei casi ha riguardato proprio donne con meno di 55 anni. Locatelli ha inoltre chiarito che il vaccino di AstraZeneca resta comunque approvato dall’EMA per i soggetti con più di 18 anni. Nonostante ciò, viste le considerazioni relative a questi fenomeni, diviene opportuno elaborare «raccomandazioni di uso preferenziale in determinate fasce d’età».

Le decisioni assunte dal Governo nelle prossime ore avranno una notevole importanza. Innanzitutto perché è probabile che tutte le prenotazioni ormai fissate dovranno essere rinviate e programmate secondo le nuove indicazioni. A rischio sarebbe anche la divisione in fasce d’età che dovrebbe, a questo punto, essere riprogrammata. L’indirizzo del Governo italiano dovrebbe essere quello di mantenere il vaccino di AstraZenenca come “raccomandato” per gli over 60 e “consigliato” per gli under 55. Il vaccino di AstraZeneca, secondo queste indicazioni, sarebbe somministrato alla fascia di età compresa tra i 60 e i 79 anni. Questa scelta consentirà di concentrare la vaccinazione per i soggetti più fragili e di proteggere dal rischio, seppur minimo, di trombosi nei soggetti più giovani.

AIFA: Piano vaccinale sempre orientato a tutelare soggetti fragili

Nicola Magrini

Secondo Nicola Magrini (Agenzia Italiana del Farmaco) ad essere determinante è stata proprio l’evidenza di effetti più gravi nei soggetti più giovani. Gli effetti meno gravi riscontrati hanno riguardato i soggetti più anziani che potrebbero quindi giovarsi della somministrazione del vaccino di AstraZeneca. A rafforzare la scelta di concentrare le vaccinazioni nelle fasce dei soggetti più fragili è anche il dato critico relativo all’andamento della pandemia in Italia.

Nuovo stravolgimento per il piano vaccinale italiano insomma. E non è la prima volta. Dall’inizio della campagna vaccinale, il Piano è stato modificato già tre volte. A dire il vero il piano vaccinale deve necessariamente essere flessibile per adattarsi alle nuove conoscenze. Il problema sorge però nel momento in cui da un lato l’EMA invita a considerare come “molto rari” i gravi eventi di trombosi, mentre gli Stati decidono di rimodulare i propri piani vaccinali. Quanto c’è di politico in queste scelte?

Cosa accadrà nei prossimi giorni?

Sono molte le incertezze, così come i timori che accompagnano questo periodo che dovrebbe invece essere caratterizzato da maggiore serenità.

Tutti gli obiettivi fissati per il mese in corso sembrano già irraggiungibili. Se da un lato Johnson&Johnson ha comunicato che la consegna prevista per il prossimo 16 aprile sarà di 400mila dosi, AstraZeneca consegnerà soltanto il 50% delle dosi previste. Entro il 23 aprile dovrebbe comunque essere raggiunto il numero stabilito di dosi del vaccino di AstraZeneca.

Le modifiche che saranno apportate nelle prossime ore rallenteranno l’intero sistema. A ciò si aggiunge anche l’incertezza sulle sorti delle dosi ormai consegnate e pronte per essere somministrate. Come sarà gestito questo aspetto? Possibile che si decida comunque di far proseguire la somministrazione delle dosi già disponibili. E per chi ha già ricevuto la prima dose del vaccino di AstraZeneca, ma non rientra nella nuova divisione, come si proseguirà? Secondo le dichiarazioni di Franco Locatelli si deciderà di somministrare a questi soggetti comunque la seconda dose del medesimo vaccino.

Negli scorsi giorni il numero di soggetti che, pur essendo prenotati, non si sono presentati per la somministrazione del vaccino anti-Covid19 era circa il 15%. Un dato che fa riflettere, ma soprattutto che lascia immaginare la confusione delle prossime settimane.