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Casertavecchia: le origini e il declino in epoca aragonese

Un borgo medievale che sorge alle pendici dei monti Tifatini, ad un’altezza di 401 metri sul livello del mare, e ricorda scenari di epoche ormai lontane. Le origini del Borgo di Casertavecchia ancora oggi non sono certe. In alcuni scritti del monaco benedettino Erchemperto, risalenti all’anno 861, si parla di un primo nucleo urbano sorto sulle montagne. La denominazione attribuita a quel villaggio è Casahirta, dove casa sta per villaggio e hirta per ripida, di difficile accesso.

Il Borgo, originariamente edificato su un villaggio romano, nel corso degli anni ha subìto varie dominazioni. In origine appartenuto ai Longobardi, nell’879 ne divenne proprietario il Conte Pandulfo di Capua. Nel IX secolo, a seguito di vari eventi bellici, gli abitanti si videro costretti a cercare rifugio in luoghi più sicuri e quindi la popolazione montana aumentò notevolmente. Nel 1062 Riccardo I d’Aversa occupò Casertavecchia. Da questo momento ebbe inizio la dominazione Normanna che portò il Borgo al suo massimo splendore tra il 1100 e il 1129. In questo periodo fu costruita l’attuale cattedrale sotto l’episcopato di Rainulfo e fu consacrata nell’anno 1153 al culto di San Michele Arcangelo.

Il dominio aragonese e il declino di Casertavecchia

Con alterne vicende altri feudatari successero a Riccardo I, finché il Borgo non passò sotto la dominazione degli Svevi con Riccardo di Lauro. Lui ne accrebbe la fama e lo valorizzò fino a farlo giungere al suo massimo splendore e importanza anche in campo politico. Sembra infatti che si debba proprio a Riccardo di Lauro la costruzione del Castello della Gran Torre cilindrica superstite.

Nel 1442 il Borgo passò sotto la dominazione Aragonese. In questo periodo inizia la sua parabola discendente. Il Borgo di Casertavecchia vede infatti lentamente decadere la sua importanza poiché la vita incomincia svilupparsi in pianura. Restano a Casertavecchia soltanto il vescovo e il seminario, che continuano a dare una minima importanza al Borgo. Questo però fino all’anno 1842, quando Papa Gregorio XVI ne sancì il definitivo trasferimento alla nuova Caserta.