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Truffe assicurazioni: sei indagati nel casertano

Questa mattina Carabinieri della Compagnia di Caserta, con il supporto degli altri comandi territorialmente competenti sono intervenuti nei Comuni di Caserta, Casagiove e Bellona. A conclusione di un’articolata attività di indagine diretta dalla Procura della Repubblica di Santa Maria Capua Vetere hanno dato esecuzione ad un’ordinanza cautelare emessanei confronti di sei soggetti. Le accuse contestate agli indagati riguardano i reati di associazione per delinquere finalizzata alla commissione di truffe in danno di compagnie assicurative, furto, estorsione e traffico illecito di sostanze stupefacenti. Cinque degli indagati sono sottoposti alla misura coercitiva degli arresti domiciliari, uno a quella della custodia in carcere. L’attività investigativa, avviata nel gennaio 2018, ha preso le mosse dal tentativo di negoziazione di un assegno clonato presso un ufficio postale di Santa Maria C.V.

Una vera e propria associazione a delinquere

I successivi approfondimenti effettuati hanno permesso far emergere un ben più articolato contesto criminale. Gli inquirenti hanno acquisito gravi indizi di colpevolezza circa l’esistenza e l’operatività di una associazione per delinquere. Questa risultava caratterizzata da un modus operandi ben collaudato e dalla presenza di due soggetti in posizione apicale — P.S. e D.B.A. — con funzione di promotori delle diverse iniziative criminali e di collante tra i diversi sodali. L’associazione era dedita al compimento di frodi assicurative e di numerosi altri reati-scopo, perpetrati attraverso la denuncia di sinistri stradali non accaduti. A volte l’associazione faceva uso anche di certificati medici ideologicamente falsi. La documentazione era ottenuta inducendo in errore il personale sanitario in servizio presso i singoli nosocomi locali in ordine alla causa delle lesioni di volta in volta refertate.

Tali condotte erano pianificate e realizzate allo scopo di conseguire dalle compagnie assicurative investite delle relative richieste di risarcimento di danni per le lesioni personali. Significativo è stato il ruolo svolto in tali vicende dai due professionisti indagati, che hanno curato e istruito la maggior parte delle pratiche relative ai falsi sinistri instaurando e mantenendo nel tempo intensi rapporti di fiducia e di interesse con P.S. ed altri membri del sodalizio.

Coinvolti anche minori nelle truffe alle assicurazioni

In diversi episodi i membri del sodalizio non esitavano a coinvolgere nelle truffe anche minori legati da rapporti di parentela con gli indagati. Essi erano indicati quali soggetti feriti in occasione dei sinistri stradali non accaduti e condotti al pronto soccorso. Qui erano poi indotti a dichiarare al personale sanitario che le lesioni refertate erano cagionate da un sinistro stradale. In realtà invece dipendevano da altra causa.

In particolare, in uno degli episodi oggetto di indagine è addirittura emerso che tre degli indagati, tra cui la madre di un minore, hanno intenzionalmente provocato a quest’ultimo lesioni personali. Le lesioni consistevano “in un trauma facciale con escoriazioni al labbro inferiore e zigomo sx e frattura dei margini incisali di 21 e 22”. Il minore era successivamente condotto presso il locale pronto soccorso. Qui era indotto a dichiarare al personale sanitario di turno che le lesioni ivi refertate erano cagionate da un sinistro stradale.

Le attività investigative hanno, inoltre, fatto emergere gravi indizi di colpevolezza anche in ordine ad un episodio di furto di un’autovettura, perpetrato in Casagiove dall’indagato C. A. su incarico degli indagati P.S. e D. B. A. Il furto sarebbe stato seguito da una condotta estorsiva, meditante il meccanismo del cd. cavallo di ritorno, posta in essere da C.A. e da L.M.M. in danno del proprietario dell’autovettura.

L’attività investigativa espletata ha, ancora, consentito di acquisire gravi indizi di colpevolezza in ordine ad ulteriori condotte illecite connesse al traffico degli stupefacenti perpetrate dagli indagati.