pubblicità

Le forme più estreme e i lati nascosti della violenza di genere

Le ricerche compiute negli ultimi dieci anni dimostrano che la violenza contro le donne è endemica, nei paesi industrializzati come in quelli in via di sviluppo. Le vittime e i loro aggressori appartengono a tutte le classi sociali o culturali, e a tutti i ceti economici.

Secondo l’Organizzazione mondiale della sanità almeno una donna su cinque ha subìto abusi fisici o sessuali da parte di un uomo nel corso della sua vita. E il rischio maggiore sono i familiari, mariti e padri, seguiti dagli amici. A seguire troviamo vicini di casa, conoscenti stretti e colleghi di lavoro o di studio. Esistono diverse forme di violenza: la violenza domestica, esercitata soprattutto nell’ambito familiare, o nella cerchia di conoscenti, attraverso minacce, maltrattamenti fisici e psicologici, atteggiamenti persecutori, percosse, abusi sessuali, delitti d’onore, uxoricidi passionali o premeditati. I bambini, gli adolescenti, ma in primo luogo le bambine e le ragazze adolescenti sono sottoposte all’incesto. Le donne sono esposte nei luoghi pubblici e sul posto di lavoro a molestie ed abusi sessuali, a stupri e a ricatti sessuali.

Forme estreme di violenza: lo stupro correttivo e le mutilazioni genitali

In particolare verso le lesbiche vengono praticati i cosiddetti stupri correttivi. In molti Paesi le ragazze giovani sono vittime di matrimoni coatti matrimoni riparatori e/o costrette alla schiavitù sessuale. Altre invece sono indotte alla prostituzione forzata e/o sono vittime di tratta. Altre forme di violenza sono le mutilazioni genitali femminili o altri tipi di mutilazioni. In un recente passato erano praticate le fasciature dei piedi, lo stiramento del seno, le cosiddette dowry death (morte a causa della dote). Altre pratiche violente sono l’uso dell’acido per sfigurare, lo stupro di guerra ed etnico.

Va citato il femminicidio che in alcuni Paesi, come in India e in Cina, si concretizza nell’aborto selettivo. Le donne vengono indotte a partorire solo figli maschi, perché più riconosciuti e accettati socialmente. In altri Paesi si pratica addirittura l’uccisione sistematica di donne adulte. Esistono infine violenze relative alla riproduzione (aborto forzato, sterilizzazione forzata, contraccezione negata gravidanza forzata). Esiste, dunque, un’asimmetria di potere tra i sessi . Questa è rafforzata dagli stereotipi che relegano la donna quasi esclusivamente ad un ruolo tradizionale di cura e di sostegno non solo per le diverse figure maschili, ma anche per tutto ciò che ruota intorno al nucleo familiare, caricando la donna del cosiddetto lavoro di cura. È una violenza dai contorni sfumati che inizia sin dalla tenera età. In questa fase si costruiscono modelli femminili e maschili che prevedono una divisione dei ruoli così come la società li ha sempre concepiti.

A cura di Antonio Papa

Leggi anche la Parte 1 – Violenza di genere: un’analisi sociologica

Parte 2 – Violenza di genere: lavoro domestico e sottomissione indotta

Leggi anche la Parte 4 – La violenza di genere oggi

Parte 5 – Violenza di genere: una violazione dei diritti dell’umanità